Per alcuni è stata la prima volta. Prendere l’aereo e lasciarsi trasportare dalla meraviglia su quelle grandi ali per arrivare in un posto incantato. Due i viaggi, dal 26 al 29 giugno e dal 3 al 6 luglio, organizzati meticolosamente dall’Abos, Associazione Bambini Ospedalizzati Sardegna per regalare a 40 bimbi un sogno: visitare Gardaland, il più grande parco di divertimenti esistente in Italia.
Capellini per proteggersi dal sole e zainetto in spalla, accompagnati dalla mamma o dal papà, i piccoli hanno lasciato l’ospedale per un’avventura speciale: realizzare un desiderio in grado di riportare la spensieratezza e un sorriso instancabile. Un impagabile regalo totalmente finanziato dall’associazione di volontariato che da 25 anni regala gioia ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici degli ospedali di Cagliari.
L’instancabile fondatrice e presidente Luciana Marotta ha reso possibile un desiderio che doveva divenire concreto. “Giorni indimenticabili, le parole non bastano per descrivere le sensazioni e le emozioni che provenivano da quegli occhi illuminati da un’allegria infinita. Un’energia incontenibile che non faceva mai stancare”, racconta appena tornata da un luogo che è diventato l’isola che non c’è, perché come dice una delle mamme, Stefania, “ha fatto diventare bambini anche i grandi”.
Tanto impegno e alacre lavoro per creare una magia. La grande famiglia dell’Abos composta da volontari, bambini e i loro genitori, dopo anni di terapia, ha così condiviso nel regno di Prezzemolo, il pupazzo verde simbolo di Gardaland, un momento di festa: il cammino che porta alla guarigione, la possibilità per i piccoli pazienti di immergersi nella felicità assoluta, liberi di correre e giocare. E la misura di un’esperienza come questa, diviene inquantificabile: “Da 1 a 10 Gardaland mi è piaciuto 20, ma è troppo poco”, “Voglio trasferirmi qua e andare via solo quando sarò vecchia”, parole di bimbi che tra giostre e natura sprigionano entusiasmo e quella voglia di vivere che, per quei giorni, hanno allontanato la malattia.
Eroi coraggiosi hanno vissuto momenti unici come in una favola, la malattia li segna, ma gli atti d’amore e il loro ricordo li trasformano in cavalieri e guerriere armati di coraggio col sorriso che spaventa la paura.
Articolo pubblicato sul sito http://www.ladonnasarda.it/