Il cane teo

Mi chiamo Teo, sono un piccolo volpino bianco e vi voglio raccontare il giorno più brutto e più bello della mia vita. Ricordo ancora molto bene quel giorno d’estate quando sono stato abbandonato dai miei padroncini. Stavamo partendo allegri in macchina per andare in vacanza, pensavo ci fossimo fermati per poter correre un pochino e fare i miei bisogni, quando all’improvviso la macchina è ripartita ed io sono rimasto solo lungo un viale senza fine. Me ne stavo oramai da ore nascosto in un cespuglio, avevo tanta fame e tanta sete, ma la paura mi impediva di muovermi mentre mi chiedevo il perché di tutto questo, ma poi ho finalmente capito che ero stato abbandonato da quelle persone che pensavo mi volessero davvero bene. Il sole stava quasi per tramontare quando all’improvviso il rumore di una macchina ..l’auto si ferma… sento i passi di qualcuno che si avvicina…aiuto…cos’altro mi dovrà succedere ancora? Tremavo dalla paura …Poi sento una voce rassicurante, un caldo sorriso, una dolce carezza e due occhi che si incrociano con i miei.. sono stato salvato e adottato da una splendida famiglia che mi vuole davvero bene, mi sento il cane più felice e fortunato del mondo e sono certo che non verrò mai più abbandonato anche se sono diventato vecchio perché ho quasi 16 anni. Teo-cane volpino.

IL PAESE DELL’ACQUA

C’era una volta una bambina di nome Ludovica che stava giocando con un pupazzo nel parco, ad un certo punto il pupazzo cadde nella fontana, la bambina non sapeva come fare a riprenderlo perché dentro la fontana si intravedeva un grande buco nero che le faceva molta paura, poi pensando che se non lo avesse ripreso la mamma l’avrebbe rimproverata si sporse ma … cadendo dentro la fontana venne trascinata dentro il buco nero. All’improvviso si ritrovò dentro ad un villaggio sconosciuto e alquanto strano, incontrò una donna alla quale chiese “che posto è questo” “il paese dell’acqua”, rispose. Ludovica nonostante avesse molta paura si abituò a questo bellissimo posto, ma ben presto cominciò ad avere nostalgia della sua mamma e non sapendo come fare per rientrare nella sua casa, chiese aiuto al Re di quel popolo, il quale l’aiutò a ritornare a casa attraverso il buco nero. Ludovica incontrò subito la sua mamma che da giorni la cercava disperatamente, alla quale raccontò tutto ciò che era accaduto,. La mamma di Ludovica ascoltò con attenzione il racconto della bambina e rimase molto colpita. In breve tempo in paese tutti parlavano affascinati di questa strana avventura, per questo la bambina decise che da grande avrebbe fatto la scrittrice di favole da regalare alle persone per farle sognare.

Ludovica Borrodde- Santu Lussurgiu

La farfalla Mimì

Un Giorno la farfalla Mimì dopo aver finito di fare i compiti con il suo amico lombrico di nome Leopoldo andarono al parco a fare una passeggiata ed iniziano a parlare “è bello volare?” chiede Leopoldo a Mimì “si, è molto bello ma non ti preoccupare fra un anno o due diventerai come me un bellissimo farfallone!”, “me lo dici sempre ma è una bugia, tu sei una bellissima farfalla mentre io sono un semplice lombrico”, la farfalla svolazzava felice tra i fiori bianchi rossi e gialli, mentre il povero lombrico si sistemò in una foglia a guardare tanto splendore, ma all’improvviso accadde una cosa stranissima si formò un bozzolo che pian piano si schiuse e il lombrico si trasformò in un farfallone, Mimì aveva ragione e cominciò anche lui a svolazzare felice tra i fiori assieme alla sua cara amica Mimì.

Giovanna Manunta – anni 12

Le mani e i piedi

Un giorno le mani, convinte di essere migliori dei piedi, dissero loro….”ehi, voi, laggiù…siete sempre a terra, sporchi e qualche volta puzzate!”. I piedi ci rimasero un po’ male, ma risposero: “Voi  siete solo più fortunate perché vi bagnano spesso, …ma ricordatevi che se non ci fossimo noi a portarvi al rubinetto sareste sporche e puzzolenti più di noi”. “Ma senza di noi nessuno vi massaggerebbe quando siete stanchi!”….dissero le mani. “Questo è vero, ma senza di noi voi non potreste arrivare a prendere le cose in alto”…Ad un certo punto quattro voci dissero assieme: “Siamo le gambe e le braccia…..non datevi molte arie e non litigate….senza di noi voi non servireste a nulla e senza di voi noi saremmo disoccupate…bisogna collaborare tutti assieme, l’invidia non rende mai migliori!”.

IL TRENINO DELLA FELICITÀ

C’è un trenino sempre pieno che porta i bambini verso la città della felicità. I bambini lo aspettano alla stazione e lui, puntuale puntuale, arriva ogni giorno e li carica su. I bambini esprimono un desiderio ed il trenino li porta nel luogo dove possono realizzarlo. C’è chi va dai nonni lontani, chi a vedere il mare, chi a mangiare tantissimi dolci. C’è anche chi va a curarsi o a trovare un amico che sta male. All’andata il trenino si riempie di speranza……ma poi ritorna sempre pieno di sorrisi.

La fatina della Primavera

La fatina della Primavera è una bambina molto, molto carina e sa fare un sacco di cose. Quando respira spazza via le nuvole e fa uscire il sole. Quando guarda il cielo coi suoi occhi chiari lo fa diventare azzurrissimo. Quando canta gli uccellini la imitano ed iniziano a cantare e quando sorride i fiori di tutti i colori si aprono e profumano l’aria attorno. La fatina della Primavera è sempre felice e fino all’estate si prende cura del mondo, riempiendolo di pace e serenità. Per questo tutti noi a marzo aspettiamo il suo arrivo.

W l’abos

Sono stata ricoverata per tanto tempo, e in quel modo ho avuto l’occaione di conoscere le volontarie dell’ABOS. Le volontarie fanno giocare i bambini ricoverati, organizzano per noi feste e gite. Le volontarie sono state per me degli angeli anche se io molte volte le mandavo via.

MARTINA PIRAS VILLACIDRO

Diritti e doveri

A scuola abbiamo il diritto di parlare ma anche il dovere di ascoltare i nostri compagni e la maestra mentre parlano.

Mauro 11 anni

Anche se siamo bambini abbiamo diritto di conoscere il programma di studio, come veniamo valutati dagli insegnanti e sopratuttto abbiamo il diritto di essere informati in caso di bocciatura.

FRANCESCO 13 anni

I grandi

I grandi sono davvero strani e non vogliono mai giocare e parlare con noi bambini, rispondono sempre più tardi ora ho da fare, oppure dicono zitto stai fermo. Una volta cercavo di raccontare a mio papà un fatto che era successo in classe lui mi diceva si si però non mi ascoltava e continuava a guardare il telegiornale. Io avrei voluto che lui mi dicesse dai raccontami tutto ed io felice lo avrei fatto.

ANDREA 12 anni

I grandi furbi

Quando vado a comprare il pane nel negozio sotto casa mia aspetto con pazienza il mio turno ma spesso capita che le persone arrivate dopo di me si facciano servire passandomi davanti. Io questo non lo sopporto e la trovo un ingiustizia. Una volta non mi hanno dato neppure il resto ed io ci sono rimasta molto male.

Sara 11 anni