Sono ormai passati sette anni da quel fatidico giorno in cui venni a conoscenza di un qualcosa a me completamente estraneo. non ricordo ciò che provavo, se angoscia, tristezza, sconforto o cos’altro, forse volontariamente è stato rimosso dalla mia mente.
Rielaborando ora tutto quello che ho vissuto, per quanto riguarda la malattia, penso che il dolore maggiore non sia stato quello fisico nei due anni di chemioterapia, bensì la sofferenza interiore e tutto ciò che le appartiene, cose che saranno conservate per tutta la vita nel cuore e nell’anima.
Ricordo pochissimi episodi di allora, ricordo che a volte “preferivo” essere ricoverata per vedere almeno qualcuno all’interno del reparto; a casa sarei stata sola con la mia famiglia ma pur volendole un bene immenso ogni tanto preferivo vedere un viso nuovo.
Ricordo le ragazze dell’ABOS, che magari dopo una mia nottata burrascosa o una mattinata tra varie visite, entravano nella mia stanza e con un sorriso a 32 denti mi facevano compagnia, era impossibile non essere coinvolti.
Facevo molti giochi, ma uno in particolare mi è rimasto impresso.ricordo sere passate nel “mondo” della carta crespa per creare mazzolini di fiori o cose simili; diventò il mio hobby per qualche anno. Quando avevo dieci anni m’ero messa in testa di voler fare la volontaria ed essendo una ragazza testarda nessuno riusciva a distogliermi da quell’idea; ora, ripensandoci, non so cosa o chi mi fermò, adesso, forse per egoismo non voglio avere più niente a che fare con gli ospedali.
Solo questo settembre sono passati i cinque anni dallo stop terapia, ho passato anni difficili, tornando alla vita comune non riuscivo ad avere nessun tipo di legame con i miei coetanei, vivevo con tante paure, dal terrore di una morte vicina alla spensieratezza totale per non pensare ad una vita difficile. Ovviamente sono cambiata molto da quando avevo nove anni ed entrai in quella porta mai aperta prima, ma penso che oltre il dolore mi abbia portato anche tanta maturità e consapevolezza di una vita differente da quella perfetta.
Ora volto pagina, anche se ogni tanto rileggo qualche capitolo precedente per capire meglio il corso della storia attuale.
Erica